Tradizione e cura nella scelta delle materie prime.
Un'azienda sempre attenta al territorio e all'ambiente.
I veri prodotti della tradizione calabrese.
Prodotti Tipici Calabria
Prodotti tipici
Una selezione dei più famosi prodotti tipici calabresi.
Produzione
Nduja, Capocollo, Pancetta e salumi calabresi.
Materie prime
Cura nella scelta delle migliori materie prime.
Metodo
Un processo ben testato e un prodotto di alta qualità.
I prodotti San Donato
I prodotti tipici della tradizione calabrese
L'altopiano del Poro si estende su una superficie complessiva di circa 5.600 ettari fino a raggiungere un'altezza massima di 710m sul livello del mare.
Gode di caratteristiche pedo-climatiche particolari che hanno favorito lo sviluppo di un’intensa attività agro-pastorale nella quale la produzione della 'Nduja ha sempre avuto un ruolo primario.
I salumi di Calabria hanno origini risalenti alla colonizzazione greca delle coste joniche ma le prime documentazioni certe, riguardo la tradizione e la lavorazione delle carni suine, risalgono al 1600 e si devono a padre Giovanni Fiore da Cropani, il quale cita espressamente la consuetudine di salare le carni dei maiali per trasformarle in prosciutti, salsicce, soppressate e simili.
Il Peperoncino
Il peperoncino rosso è l’elemento fondamentale e caratterizzante la ‘Nduja di Spilinga, utilizziamo soltanto quello coltivato in Calabria, fresco o già essiccato, generalmente acquistato intero direttamente dalle aziende agricole che lo producono in loco (monte Poro).
Le qualità prescelte sono ceppi autoctoni denominati in vari modi e precisamente: “Casalisi”, “Barrittuni”, “Trippizza”, “Nas’i cani” e “Rotondo”, tutti caratterizzati da bacche poco carnose facilmente essiccabili e di rado esposte al rischio di attacchi funginei. Il suo impiego nella lavorazione ha luogo soltanto dopo una lenta essiccazione che avviene naturalmente a basse temperature sotto il sole della stagione estiva, con una percentuale di umidità che varia tra il 15 ed il 25% circa.
Basta fare un giro in paese o tra le campagne, per vederlo ancora oggi coltivato nelle “graste” (vasi di terracotta) poste sui balconi e sulle finestre delle abitazioni oppure negli orti o nei campi del vasto territorio spilingese o ancora appeso all’aria in lunghe “reste” o “collane” che adornano i muri delle vecchie abitazioni rurali del Poro fatte di “breste” (mattoni di fango argilloso e paglia) che parlano dell'antica povertà contadina e della semplicità di prodotti genuini.